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E se esistesse un alfabeto fatto solo di acca, di parole formate con la parola acca? Prima ipotesi: non si capirebbe un'acca. Ipotesi alternativa: ne siete sicuri? È esattamente il manifesto surrealista (anzi, rodariano) da cui parte l'esplorazione graficotestuale firmata dal designer Maurizio Ceccato. La H/acca muta viene sbaragliata per tramutarsi in forma-racconto: pagine narrate da sinistra a destra (e viceversa) per occhi indiscreti dagli zero ai... Ogni capitoletto di questo "romanzo immaginifico" si sviluppa su un duplice piano: brevi filastrocche zeppe di ACCA giustapposte a illustrazioni "rapinose", bizzarre, stralunate, inquadrabili come favole deragliate e haiku fuori orbita, racconti e immagini. La lettera H non emette suoni, in lingua italiana: si usa dire che sia muta. Tuttavia, se non esistesse, molte parole non avrebbero lo stesso suono e il medesimo significato. Ne sapeva qualcosa Ludovico Ariosto, in una sua avvertenza all'accorto lettore: «Chi leva la H all'huomo non si conosce huomo, e chi la leva all'honore, non è degno di honore».